Giovedì 13 ottobre Arpae Emilia-Romagna installerà una nuova boa ondametrica al largo di Cesenatico. È il primo di una serie di interventi di potenziamento del sistema di monitoraggio per l’adattamento della costa regionale ai cambiamenti climatici. La boa, che misurerà il moto ondoso e altri parametri meteo-marini, fa parte delle attività promosse e finanziate dal progetto strategico AdriaClim del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia, che ha come obiettivo l’aggiornamento e lo sviluppo dei piani di adattamento regionali agli eventi estremi e ai futuri scenari climatici nell’area adriatica. Grazie ai fondi europei verranno installate anche stazioni mareografiche, di qualità dell’acqua e una rete di video monitoraggio della fascia costiera. Le reti regionali meteo-marine si integrano con quelle nazionali già presenti (Rete mareografica nazionale e Rete ondametrica regionale) gestite da Ispra e dall’intero Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa) per rafforzare sempre più il sistema osservativo e le conoscenze della fascia costiera.
“La nuova boa ondametrica regionale Nausicaa-II, finanziata grazie ai fondi del progetto europeo strategico AdriaClim, sostituisce l’attuale e sarà fondamentale per continuare la raccolta dei dati marini – spiega Andrea Valentini di Arpae, responsabile del progetto AdriaClim – sia per il monitoraggio operativo in tempo reale delle caratteristiche del moto ondoso, della corrente superficiale, della temperatura dell’acqua e dell’aria, sia per la creazione di un data base finalizzato all’analisi climatica dei parametri rilevati. I dati saranno acquisiti e archiviati ogni 30 minuti, saranno visualizzabili sul sito di Arpae e accessibili tramite il servizio web Dext3r o il portale Open data di Arpae”.
“La boa installata nell’ambito del progetto AdriaClim – aggiunge Giovanni Coppini del Cmcc, Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, partner del progetto – si inserisce nella rete nazionale, europea ed internazionale dei sistemi osservativi della zona costiera. Si tratta di strumenti fondamentali anche per osservare i cambiamenti climatici. Inoltre la boa risulterà fondamentale per monitorare gli eventi estremi, calibrare e validare i modelli di Copernicus Marine Service del Cmcc e per i modelli costieri”.
Il mare Adriatico e le sue coste sono particolarmente sensibili agli impatti dei cambiamenti climatici: il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) prevede un incremento significativo della temperatura e del livello del mare (+7 cm entro il 2050) e, di conseguenza, un notevole aumento dell’erosione costiera. In questo contesto, il monitoraggio diviene dunque uno strumento di vitale importanza per il futuro benessere delle popolazioni locali. Il progetto AdriaClim assume un ruolo chiave nel rafforzare la rete di partner e il sistema informativo locale per prevenire danni sociali ed economici derivanti dai diversi impatti.
La Regione Emilia-Romagna ha già stanziato 7 milioni di euro in fondi per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della costa regionale nel periodo dal 2021 al 2023, e si prevedono ulteriori investimenti in futuro. Strumenti specifici quali le boe ondametriche forniscono misure in tempo reale sulle condizioni meteo-marittime utili alla prevenzione del rischio. Permettono, inoltre, di pianificare e sviluppare modelli più accurati per ridurre i costi legati agli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici, aumentandone al contempo l’efficacia. Grazie ai dati raccolti verranno prodotti modelli e previsioni funzionali alla stesura e all’implementazione della Strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici (Gidac).
La Gidac è un insieme di linee guida per la gestione costiera nato da un processo partecipato che ha visto il coinvolgimento di esperti, di cittadini e di numerosi portatori d’interesse locali in incontri dedicati di confronto e scambio di informazioni promossi e finanziati da AdriaClim. Il progetto, in cui la costa dell’Emilia-Romagna è una delle aree pilota, è un esempio virtuoso di come la comunità scientifica e quella locale possano collaborare al fine di creare sistemi efficaci di monitoraggio marino-costiero per la prevenzione di impatti negativi causati dai cambiamenti climatici.