Gli italiani sono preoccupati per la salute del mare e per salvarlo sono disposti a cambiare le proprie abitudini alimentari in termini di pesce: le scelte si orientano sempre di più verso prodotti con imballaggi con poca plastica e provenienti da pesca sostenibili. È quanto emerge dalla più grande ricerca sui consumatori di pesce al mondo condotta da Globescan in Italia e in altri 22 Paesi del mondo per indagare le attitudini, le motivazioni e le paure di coloro che basano parte della propria dieta sul pesce.
La ricerca è promossa da MSC Marine Stewardship Council, un’organizzazione non profit che protegge gli oceani dalla pesca eccessiva attraverso l’omonimo programma di certificazione di prodotti ittici sostenibili, nel quale un ruolo essenziale è riconosciuto ai consumatori, che hanno il potere di orientare il mercato verso approvvigionamenti più responsabili.
La Giornata Mondiale degli Oceani, che cade l’8 giugno, è nata su proposta del Canada in occasione dell’Earth Summit del 1992 a Rio de Janeiro ed è stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 2008 per celebrare gli oceani e il nostro personale legame con il mare, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo essenziale che essi svolgono nella nostra vita e nella salute generale dell’ambiente (fonte Unesco).
L’identikit del consumatore responsabile
Gli italiani sono pienamente consapevoli dell’importanza degli oceani per la salute futura del pianeta, e quasi tutti (93%), sono preoccupati per il loro stato di salute. Gli italiani sono invece divisi sugli scenari futuri: il 53% è ottimista e crede che i danni causati dall’uomo siano risolvibili entro i prossimi 20 anni, mentre la restante parte ha una visione più pessimista e teme che nel giro di vent’anni non potrà più mangiare la propria specie di pesce preferita. Tra le minacce percepite come più pressanti per i nostri oceani troviamo l’inquinamento (67%), il cambiamento climatico (46%) e la pesca eccessiva che depaupera le popolazioni ittiche (38%). Problematiche fortemente interconnesse e che rendono sempre più complessa la loro risoluzione, che però non è impossibile: uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha stabilito che se verranno messe in campo adeguate misure contro cambiamento climatico, pesca eccessiva e inquinamento, gli oceani potranno ancora tornare in salute[1].
La buona notizia è che le preoccupazioni si possono trasformare in azioni concrete, come ci raccontano gli stessi consumatori che negli ultimi due anni hanno scelto prodotti con imballaggi con meno plastica, hanno sensibilizzato la propria cerchia di conoscenze sui problemi dell’oceano, e hanno scelto pesce pescato in modo sostenibile (la pesca è definita sostenibile se lascia in mare abbastanza pesci affinché la popolazione si possa riprodurre, riduce il proprio impatto sull’ecosistema e viene gestita in modo da potersi adattare ai cambiamenti) privilegiando quello con un marchio di sostenibilità a conferma della sua provenienza.
E gli italiani sono ancora più combattivi riguardo al futuro: il 43% intervistati si ripropone di comprare più prodotti da pesca sostenibile, contro il 26% di coloro che lo hanno dichiarato di averlo già fatto nei due anni precedenti.
Si conferma la prevalenza di consumo di pesce in casa (83% dei consumatori intervistati) rispetto a ristoranti, bar o fast food, e la preferenza del prodotto fresco della pescheria o del banco del pesce (un intervistato su 3), ma resta importante il consumo di pesce surgelato e in scatola, che costituiscono una scelta frequente per un intervistato su due.
È sempre più diffusa la consapevolezza rispetto al potere che le proprie scelte d’acquisto hanno sullo stato degli oceani, e infatti cresce il numero di consumatori (82% contro il 74% del 2020) che crede che per salvare gli oceani sia necessario scegliere pesce unicamente da fonti sostenibili. Gli attori che secondo gli italiani hanno un ruolo chiave nella protezione degli oceani sono le organizzazioni ambientaliste e quelle di certificazione, stabili rispetto al 2020, mentre cresce il ruolo attributo alle aziende della filiera ittica e al governo italiano.
Secondo Francesca Oppia, Program director di MSC in Italia, “la preoccupazione per il futuro degli oceani è molto alta, ma il lato positivo è che le persone riconoscono l’importanza del proprio ruolo nel promuovere un cambiamento in positivo. Dobbiamo agire immediatamente per salvaguardare la biodiversità degli oceani, le risorse alimentari e i mezzi di sussistenza che da essi dipendono. Con le loro scelte, i consumatori possono orientare il mercato in modo da premiare coloro che pescano in modo sostenibile, ma la portata della sfida è enorme: governi, aziende e consumatori devono agire insieme affinché la pesca in tutto il mondo sia gestita in modo sostenibile”.
Gli eventi per la Giornata Mondiale degli Oceani
– L’8 giugno alle ore 17:30 MSC Marine Stewardship Council dà appuntamento a Milano in occasione della Milano Design Week 2022 allo Chef in Camicia Food Court al RIDE di Milano (ex scalo ferroviario di Porta Genova), dove Carlo, volto di punta della community di chef più amata dell’internet, condurrà un gustosissimo cooking show con ingredienti ittici di provenienza sostenibile.
– In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, MSC sarà al fianco di Findus – azienda leader in Italia nella produzione dei surgelati – che presenterà Fish For Good, manifesto che riassume l’impegno dell’azienda nel proteggere e preservare il presente e il futuro degli oceani. Durante l’evento Francesca Oppia presenterà un approfondimento dei risultati della ricerca Globescan sulle attitudini dei consumatori. Nella stessa giornata, inoltre, il celebre Capitan Findus metterà in funzione a Venezia un nuovo dispositivo innovativo per la pulizia dei mari, in grado di catturare rifiuti galleggianti.
– L’appuntamento è anche digitale sul divertentissimo canale TikTok delle Gallerie degli Uffizi (@uffizigalleries), dove nella Giornata Mondiale degli Oceani verrà trasmesso un messaggio di sensibilizzazione realizzato nell’incantevole Terrazza delle carte geografiche, restaurata e riaperta al pubblico nel 2021.
La ricerca
L’indagine è stata condotta da GlobeScan, società di consulenza globale, in un totale di 23 Paesi: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Singapore, Sudafrica, Corea del Sud (nuova nel 2022), Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, USA e Portogallo. Tra il 25 gennaio e il 16 marzo 2022 sono stati intervistati 25.869 consumatori in tutti questi Paesi, di cui 20.127 consumatori di pesce.